Proloco Covo

Il rapimento di Europa

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Kraser Tres, al secolo José Jorge Nicolàs Salas, pittore e disegnatore pubblicitario, nasce in Spagna a Cartagena all’inizio del 1977, ha frequentato l’Accademia di Belle Arti a Murcia. Dal 2001 inizia ad essere nominato come giurato in concorsi, lavori in mostre collettive e personali e partecipazione a festival artistici emergenti. Nel 2004 crea il gruppo TRE composto da artisti internazionali con il fine di promuovere il
movimento dell’arte di strada come un autentico movimento artistico. Nel 2009 si è trasferito a Milano, città in cui oggi vive e lavora. Ha partecipato a numerose mostre nazionali e internazionali e ai più importanti festival di arte urbana del mondo. Kraser nelle sue opere reinterpreta sculture classiche, rinascimentali e neoclassiche, a cui sovrappone figure, colori e geometrie che danno vita a un dialogo tra mondo antico e creazione contemporanea. Il suo lavoro è influenzato da vari movimenti artistici; pittura classica, surreale e lowbrow tra gli altri, ma anche dalla società odierna e dal mondo dei sogni. In questo modo, il suo stile è ricco di concetti ironici e onirici per creare e trasmettere emozioni, lasciando allo spettatore il compito di sviluppare la propria interpretazione. Dall’inizio e attraverso tutto il suo lavoro, si genera una linea di lavoro in cui il lettering è quasi sempre presente.

L’artista spagnolo Kraser Tres reinterpreta a Covo l’antico mito greco del ratto di Europa, le cui prime testimonianze risalgono ad Omero ed Esiodo nel VIII secolo a.C.
Il racconto mitologico narra che Europa, bellissima principessa fenicia figlia di Agenore e Telefessa. Zeus se ne invaghisce, tanto da chiedere ad Ermes di far avvicinare i buoi del padre di Europa verso quel luogo, per non insospettire nessuno. Il padre degli dei si trasformò in un bellissimo e bianco toro, si avvicinò alla fanciulla per nulla intimorita e gli si stese ai piedi. Ammirandone la mansuetudine e non pensando minimamente che dietro potesse esserci un inganno, Europa gli salì sul dorso. Zeus la rapì attraversando il
mare e trasportandola a Cnosso, sull’isola di Creta. La fanciulla generò tre figli, tra i quali Minosse, re di Creta, Radamanto, giudice degli inferi e Serpedonte. I tre figli vennero adottati dal marito “mortale” della giovane, Asterione re di Creta, ma prima di tornare sull’Olimpo, Zeus lasciò tre doni ad Europa: Talos (un gigante di bronzo guardiano di Creta), Lealaps (un cane addestrato) e un giavellotto dalla mira infallibile.
Il mito in generale rappresenta la migrazione tra Oriente ed Occidente e il nome di Europa, che venne poi dato ai territori occidentali, riflette in generale questo spostamento. I culti dei bovini e della luna che si riscontrano nel mito, furono trasmessi attraverso le migrazioni dal Medio Oriente e dall’Africa verso la Grecia. A questo culto si lega poi la scelta dell’opera, evocando l’antico rito della transumanza bovina che
ha caratterizzato i nostri territori per secoli. L’opera è un’esplosione di colori che fa da sfondo alla tridimensionalità della statua marmorea dipinta. Alla statuaria classica si contrappone il nero di fondo, su cui si stagliano elementi floreali e una parte di lettering
tipici della street art contemporanea, a trasportare l’antico mito greco nell’attualità.
La statua, dipinta con sapienza in ogni suo particolare, con un gioco di chiaro scuri che la rende reale, assume una tridimensionalità tale che in base alla prospettiva in cui la si guarda sembra fuoriuscire dalla parete su cui è dipinta. La grande scala dell’opera inoltre accentua la monumentalità della statua che si impone tra la cortina edilizia delle case che compongono via Scarpini.

I Murales di Covo

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Mappa dei Murales

La visione di CURE è duplice, la prima e più evidente è il dare vitalità e qualità al territorio attraverso l’arte urbana ed iniziative varie, la seconda è invece quella di costruire e rafforzare il rapporto che la popolazione, e principalmente i giovani, hanno con il nostro territorio, il contesto in cui viviamo e radicare in essi un profondo senso di appartenenza e un atteggiamento proattivo davanti alle problematiche sociali, costruendo così un buona base di cittadinanza attiva e partecipata. 

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